Lavazza è ancora presente in Formula 1 come Official Team Partner  della scuderia inglese Williams.

Il marchio Lavazza, presente in 140 paesi nel mondo, ha deciso di continuare a supportare Nicholas Latifi anche nella sua avventura di pilota ufficiale del team Williams Racing, sottoscrivendo un accordo come Official Team Partner  della gloriosa scuderia inglese.

Il logo Lavazza, leader globale della torrefazione, appare sulla livrea della monoposto, nel box e nell’area hospitality della scuderia, oltre che sulle divise del team e sulle tute dei piloti, Alexander Albon e Nicholas Latifi di cui è già sponsor dal 2016.

La sponsorizzazione sportiva da sempre è uno degli strumenti più semplici ed efficaci per avere rapidamente ritorni in termini di visibilità internazionale, consentendo di monetizzarne nel breve periodo gli effetti di mercato.

Il “Circo” della formula 1

Da questo punto di vista, il campionato di Formula 1 è sempre stato una delle attività più proficue e stimolanti per chi voglia investire nel marketing sportivo ed è il settore in cui maggiormente si è sviluppato il concetto moderno di sponsorizzazione sportiva.

Il circuito della Formula 1 è un moltiplicatore straordinario di valore   dell’investimento, in quanto rappresenta uno sport con visibilità planetaria immediata e, mediaticamente, ha la straordinaria caratteristica di offrire un’esposizione pubblicitaria permanente per tutta la durata della sponsorizzazione.

Inoltre, ogni 7/15 giorni, il “circo” organizzativo si sposta in un paese diverso, amplificando e incrementando ulteriormente in quel paese il valore e il ritorno  economico delle sponsorizzazioni.

In realtà, la Formula 1 già da sola costituisce un brand prestigioso simbolo di velocità, prestazioni, eccellenza e tecnologia, che beneficia di bacini di pubblico (circa due miliardi di audience televisiva all’anno) trasversali per età, sesso e condizioni economiche, quindi tutti potenzialmente raggiungibili con campagne pubblicitarie di supporto adeguatamente mirate.

Di certo l’investimento è spesso molto consistente, graduato in funzione degli “spazi” occupati sulle carrozzerie, sulla logistica e sulle tute dei piloti, soprattutto se il brand si presenta come main sponsor.

Alle aziende che investono è demandato il compito di mettere a frutto una vera e propria strategia di comunicazione a supporto della sponsorizzazione, nell’auspicio di non avere individuato un cavallo perdente e poco attrattivo, che non solo vanificherebbe la spesa, ma che potrebbe avere anche una ricaduta negativa di immagine.

Nel caso specifico, Lavazza, come spesso ha fatto nel corso della sua storia, butta il cuore oltre l’ostacolo e, avendo accuratamente soppesato i pro e i contro dell’investimento, cala sul tavolo la forza e l’autorevolezza indiscussa della sua lunga storia iniziata nel 1895, con l’obiettivo di consolidare e rafforzare la propria   espansione e, ulteriormente, l’internazionalizzazione e l’immagine  del marchio.

Sergio Cravero, Chief Marketing Officer del Gruppo Lavazza così commenta: “Siamo entusiasti di rinnovare il nostro sostegno a Latifi in occasione della sua nuova esperienza in Formula 1. Grazie a queste partnership, in linea con la nostra strategia di internazionalizzazione, Lavazza diffonde la cultura italiana del caffè a livello mondiale”.

Di converso, Claire Williams, vice Team Principal della scuderia Williams Racing,  sottolinea come Lavazza e Williams “condividono valori simili. L’orientamento all’innovazione e all’imprenditorialità getta le basi per una solida partnership”.

Il prestigio di Lavazza consente all’azienda di lanciarsi in una missione difficile, in quanto condivide con i nuovi proprietari della Williams Racing (Dorilton Capital) il difficile compito di riportare ai fasti del passato il leggendario team (già plurivincitore di titoli mondiali piloti e costruttori).

Data la sua dinamicità e la sua propensione all’innovazione, non è detto che prima o poi Lavazza non riesca ad inventare qualcosa per consentire ai piloti di gustare senza problemi un caffè anche durante una gara, similmente a come è riuscita a portare le proprie macchine per il caffè nella stazione spaziale!